Nella stragrande maggioranza dei casi tutto ciò che serve è a portata di mano

Avatar Christian Soriano

Perché ci ritroviamo sempre punto e da capo?

Ho indagato a fondo alcune cose che ora vi starò a spiegare tra le quali si annoverano:

  1. la riproduzione dei tassi – cosa quantomai inutile ma, poiché altamente istruttiva su come la biologia funziona, anche molto educativa e, pertanto, istruttiva (scusate il gioco di parole);
  2. il volo degli uccelli durante le migrazioni e, infine,
  3. il pensiero di Immanuel Kant – di cui ho letto poco perché è noioso ma quanto ho letto basta a sintetizzarlo per un articolo di 3-5 minuti.

Quindi, da dove partiamo? La prima considerazione è che quando si parla online (o si scrive, il che è uguale) succedono molte cose, ultima ma non meno importante che – di fronte all’impellenza del momento – si scrivono un sacco di stronzate: come quelle che riguardano il volo degli uccelli o la riproduzione dei tassi, di cui non siamo minimamente a conoscenza1 ma che però, messe in un contesto discorsivo funzionale a una morale o a un fine-storia, danno quel senso che si arriverà da qualche parte; in verità più che arrivare da qualche parte, l’obiettivo di tutta una vita sta nel non ricominciare sempre da capo: questo e altre cose le vedremo dal prosieguo.


Perché si finisce sempre di mangiare per primi quando il pasto ci piace molto e altre corbellerie che ho scoperto vivendo

Iniziamo con una riflessione, almeno possiamo permettercelo, sull’ultimo punto dell’elenco, ossia su Immanuel Kant; che non era tanto un filosofo, quanto un professore universitario che aveva bisogno di darsi delle arie: non lo stiamo dicendo per dissacrare o per dissimulare un’ironia che possa tirare giù la serietà della questione, poiché, in realtà, era veramente un professore universitario che si da il caso abbia scritto qualcosa di significativo.

Ma tutto ciò che di significativo c’è di Kant si sintetizza in una massima morale che è la seguente – la mettiamo in corsivo perché così risalta meglio:

Se devi fare qualcosa di sbagliato, perlomeno assicurati che faccia del bene a qualcuno.

Che ha anche un corollario che è il seguente:

Se pure non dovesse fare del bene a qualcuno, allora assicurati che – razionalmente e non, così, a istinto – la cosa sia realmente sbagliata, ma se ci hai ragionato bene, allora puoi star certo che la tal cosa vada bene per la stragrande maggioranza degli uomini, perché così fan tutti.

Il che può anche essere detto con qualcosa come <<non fare agli altri ciò che non vuoi sia fatto a te>> o anche <<se proprio devi sbagliare, almeno trovati delle giustificazioni>>, dal momento che, in fondo, tutta la ragione non è altro che una grande giustificazione pagata per poter continuare con la propria vita senza dover – per forza di cose – incappare nel giudizio morale altrui; ma che cos’è la morale? Lo vedremo dopo, per il momento assicuriamoci che, ogni qual volta finiamo il pranzo o la cena o un’abbondante colazione per primi, il pasto ci sia davvero piaciuto: o sennò son guai!


Su altre questioni kantiane e sul volo degli uccelli durante i periodi migratori2

Quindi, se io ripenso a quanto ci siamo detti e a quante altre cose ci diremo ancora, mi immagino sempre come un enorme stormo di uccelli che vola tutto assieme e non si sa dove: a volte li vedi, un’enorme chiazza nera in cielo, che si muovono in cerchio, in tondo ma poi restano sempre lì: però, perlomeno, non ricominciano da capo; Immanuel Kant era consapevole di questa roba, eppure, quando scrisse la Critica della ragion pratica, pensava che fornendo degli utili strumenti per dirimere le più spinose questioni etiche che ognuno c’aveva, avrebbe in questo modo fornito un grande dono all’umanità; il più delle volte, però, la metodologia comportamentale di ognuno non va proprio così, perché uno non è che si legge un libro per capire com’è che deve risolversi le più spinose questioni etiche che gli capitano davanti.

Anche perché, il più delle volte, non abbiamo nessuna spinosa questione etica da risolvere ma, semmai – quella più difficile, è capire se è il caso di alzarsi da tavola una volta finito di mangiare o se questa scortesia verrà pagata a caro prezzo o se…

A presto.

  1. Utilizziamo il pluralia maiestatis giusto per darci un tono, dal momento che chi scrive è solo uno e non parla a nome di nessuno… ↩︎
  2. Le due cose non sono minimamente collegate… ↩︎


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